Controlli, servizi di vigilanza e posti di blocco ulteriormente rafforzati a Roma e Milano per il timore di attentati terroristici dopo la strage del 13 novembre a Parigi. L'allarme sarebbe scattato in seguito ad una segnalazione dell'Fbi che indicava come possibili obiettivi San Pietro a Roma, il Duomo e la Scala a Milano. Tuttavia fonti di governo sottolineano come segnalazioni sulla sicurezza in Italia da Paesi amici e alleati siano costanti e siano oggetto di attenta valutazione da parte delle forze di sicurezza italiane senza enfatizzazioni ma anche senza sottovalutazioni, come sempre avviene su base quotidiana per le informative che vengono sempre vagliate e verificate.
Il Federal Bureau Investigation, secondo quanto si apprende, avrebbe rilanciato ai servizi italiani una informativa a sua volta ricevuta dalla Dea, l'Agenzia federale antidroga. Sarebbero una serie di elementi di natura investigativa ad aver fatto maturare la decisione di intensificare le misure di sicurezza. Elementi che, viene sottolineato, serviranno ora per svolgere ulteriori attività di indagine. L'Fbi avrebbe segnalato alle autorità italiane cinque nominativi sospetti su cui svolgere approfondimenti investigativi. Si tratterebbe, sempre stando alle indiscrezioni, di nomi arabi sui quali al momento non ci sarebbero riscontri. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha detto che le nostre forze di sicurezza sono al lavoro per identificare le cinque persone.
Sia dall'Fbi sia dagli altri servizi stranieri e anche dalle verifiche che da giorni stanno conducendo i nostri apparati di sicurezza non sarebbero stati comunque raccolti segnali diretti di minacce concrete per il nostro Paese. Nel documento arrivato dagli Stati Uniti non ci sarebbero infatti indicazioni né temporali né, tantomeno, di progettualità specifiche ma soltanto indicazioni generiche.
Le verifiche sulle informazioni ricevute sono tuttora in corso e proseguiranno nei prossimi giorni, soprattutto quelle relative ai cinque nominativi arabi: i primi riscontri avrebbero infatti dato esito negativo e bisognerà ulteriormente allargare i controlli, incrociando le informazioni ricevute con quelle in possesso dei nostri 007.
La prima conseguenza dell'allarme proveniente dagli Stati Uniti è stata la circolare che il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha inviato ai questori di Milano e Roma. Nel documento si chiede di rafforzare ulteriormente - per quanto possibile visto che l'allerta è già a livello 2, vale a dire l'ultimo prima del livello che scatta solo in caso di attacco terroristico - la vigilanza e il controllo nelle due città, con particolare attenzione ai luoghi di culto e di aggregazione. Sono stati inoltre disposti una serie di posti di blocco per aumentare i controlli a persone o veicoli sospetti.
D'altronde in un momento come questo, con allarmi - veri o falsi che siano - in mezza Europa, partite di calcio sospese, continui blitz delle forze speciali alla ricerca di presunti terroristi e cellule nascoste, nessuna segnalazione può essere tralasciata e, anzi, va vagliata con la massima attenzione. Soprattutto a Roma, in vista dell'apertura del Giubileo, l'8 dicembre prossimo, per il quale si stanno predispondendo misure particolari. Da stasera nella Capitale sono comparse camionette militari e soldati armati nelle principali stazioni della metropolitana. Ma anche a Milano e nelle altre città italiane. Della lotta al terrorismo ha parlato diffusamente oggi anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha anticipato una proposta per ulteriori stanziamenti ma come tutte le autorità, a cominciare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha anche ribadito che non bisogna lasciarsi vincere dalla paura.
giovedì 19 novembre 2015
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