LE LEGGI NON VERBALI DELLA BELLEZZA
La voglia di cambiare per evitare la noia è una caratteristica intrinseca all’essere umano moderno che vive immerso in un mondo globalizzato, dove si accorciano le distanze e l’estetica è importante quasi quanto la sostanza delle cose.
Anche il nostro tempo libero dev’essere circondato di Bellezza, quella dea invisibile che da che mondo è mondo attrae e si sa far ricercare come il più prezioso degli scrigni segreti. Per chi di Bellezza se ne intende nulla è lasciato al caso e anche nel mondo della vita notturna e della ristorazione ci sono delle tendenze che sanno dare valore ad ogni dettaglio perché questi dettagli, quasi più del cibo, saranno quelli che determineranno il successo del locale.
E’ chiaro che i designer di interni non si svegliano la mattina con un’idea nata dal nulla, ma ci sono delle tendenze che cambiano o evolvono in media ogni 5-6 anni facendo “spola” da un estremo all’estremo opposto, ad esempio dal lusso e dallo sfarzo ci si dirigerà pian piano verso il gusto per l’essenziale e poi viceversa, e il cambiamento avviene tramite una parziale contaminazione tra i generi. Arrivati ad un eccesso, si vedrà un’inversione di tendenza che pian piano farà tornare all’eccesso opposto, e così via…
La contaminazione tra generi ha portato oggi allo spopolare di Industrial e Shabby Chic; il gusto per il recupero di oggetti antichi prima messi in un angolo unito all’arte del riciclaggio è molto utilizzato e, in mani esperte- sa creare magie… Di solito, dopo un periodo in cui un certo stile è dovunque, arriva il momento in cui stanca e si inizia a desiderare qualcos’altro, così da un po’di tempo sono riapparse le piastrelle decorate, le “cementine” (tipiche degli anni ’50), le forme morbide e i colori caldi del Vintage (come ottone, rame, bronzo, ebano, mogano e anche l’ottanio), che stanno sostituendo il gusto Shabby Chic che amava il tortora e l’avorio. Mossi da una voglia di calore e di colore, a volte quasi ricerchiamo l’eccesso di un’iperdecorazione…ma ci piace così!!
Un famoso modo di dire sostiene che “anche l’occhio vuole la sua parte”… siete ancora convinti che essa sia “più piccola” rispetto a quella che spetta alla “pancia” di chi va in un ristorante per trascorrervi la serata?
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