martedì 4 ottobre 2016

Batterie esauste e ambiente: riciclarle è possibile !




Batterie esauste e ambiente: riciclarle è possibile grazie ai funghi Grazie a un mix di tre funghi le batterie di smartphone, tablet e altri oggetti simili potrebbero essere riciclate in modo sicuro e sostenibile.

Questa è la chiave per il possibile recupero dei metalli agli ioni di litio delle batterie esauste, onnipresenti sui moderni dispositivi elettronici. Purtroppo sono altamente inquinanti, quindi, per salvaguardare la salute e l’Ambiente è importantissimo pensare al loro smaltimento: infatti, negli inceneritori e in discarica ne finiscono a milioni, creando quindi emissioni molto nocive.

Si tratta di prodotti a lunga durata che, dopo un certo numero di ‘carica e scarica’, iniziano a perdere la loro potenza fino a esaurirsi completamente. Un gruppo di ricercatori ha però dimostrato (in uno studio fatto dalla ‘University of South Florida’) che l’uso di tre funghi combinati insieme -come il Penicillium simplicissimum, l’Aspergillus niger e il Penicillium chrysogenum- permette di estrarre litio e cobalto dalle batterie, con gran risparmio delle industrie produttrici: ‘L’idea parte da uno studente- spiega Jeffrey A. Cunningham, a capo della ricerca - è riuscito, per la prima volta, a estrarre alcuni tipi di metalli dai residui rimasti dopo alcune operazioni di fusione.

L’uso degli smartphone e altri prodotti alimentati con batterie ricaricabili è in costante crescita; quindi la nostra attenzione si è spostata in tal senso. Non è più sostenibile continuare con l’estrazione di nuove risorse; tuttavia, la richiesta di litio è in enorme aumento, ecco il perché della nostra ricerca’.

Un modo sostenibile e sicuro per il recupero delle batterie. Per separare il cobalto, il litio e altri metalli esistono altri metodi, ma richiedono l’uso di prodotti corrosivi e temperature molto alte. Il team di Jeffrey A.Cunningham sta cercando la soluzione più sicura e ‘pulita’, sviluppando un modo sostenibile per il recupero delle batterie esauste: in pratica, dopo averle smantellate, i catodi vengono polverizzati e poi il tutto è esposto ai funghi; questi in seguito generano acidi organici che permettono di estrarre i metalli: ‘Puntiamo al recupero
aggiunge il ricercatore - di quasi tutto il materiale utile’.

Durante il corso dello studio i risultati ottenuti sono stati notevoli: si riescono a estrarre, con l’uso dei funghi, fino al 48% del cobalto e addirittura l’85% del litio, dai catodi delle batterie ormai esauste; per l’estrazione dei metalli, invece, non si è rivelato efficace l’acido gluconico. Al momento il team dei ricercatori è impegnato a capire come mai, dopo aver esposto ai funghi il litio e il cobalto, tali elementi rimangono in ambiente liquido e

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